Un oggetto semplice solo all’apparenza, questo coltello racconta una storia di povertà dignitosa, ingegno contadino e resilienza molisana.
Quando i soldi scarseggiavano e non era possibile acquistare una lama nuova, i contadini recuperavano vecchie seghe usurate dai boscaioli. Le seghe venivano rotte, limate a mano e trasformate in lame taglienti e versatili. Il manico, spesso realizzato con il legno disponibile in campagna, veniva assemblato con due giunture in stagno (i cosiddetti “bottoni”).
🔪 Multifunzionale e indispensabile, questo coltello veniva usato per: – Radersi – Fare innesti – Mangiare – Ogni necessità quotidiana in campagna (Lama da limare spesso per mantenerla efficiente)
Oggi, il Coltello dei Poveri è più di uno strumento: è un pezzo di storia popolare, simbolo di fatica, autonomia e creatività. Ogni pezzo è realizzato secondo l’antica tecnica, a mano, e mantiene l’autenticità di un tempo.
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